Ritratto di Alessandro dei Medici
Scheda tecnica
Autore: Pontormo
Datazione: 1534 - 1535
Ubicazione: Philadelphia Museum of Art
Il soggetto di questo dipinto è Alessandro dei Medici (Firenze, 1510 – Firenze, 1537). Detto “il moro” fu un figlio illegittimo di Lorenzo II dei Medici e nipote di Lorenzo il Magnifico. Alessandro fu nominato il primo duca di Firenze nel 1532 e fu l’ultimo discendente del ramo principale dei medici a governare Firenze. In seguito al matrimonio di Ricciarda Malaspina con Lorenzo Cybo, il cui nonno fu Lorenzo il Magnifico, il legame tra i Cybo Malaspina e Firenze si saldò tanto che il ritratto del duca venne a far parte, nella prima metà del Cinquecento, delle collezioni dei marchesi massesi. Del quadro non si avranno più tracce nei secoli successivi. Oggi è possibile ammirarlo presso il Philadelphia Museum of Art, dove è conservato.
Il soggetto viene mostrato come un potente sovrano in una camera privata mentre fa un disegno di una donna in punta metallica. Il disegno di teste femminili idealizzate di profilo, è una pratica spesso utilizzata dagli artisti dell’epoca. Lo si nota in Verrocchio, Leonardo da Vinci e Michelangelo. Il disegno di Alessandro sembra riferirsi a questa pratica. Forse Pontormo stava insegnando al duca a disegnare, anche se il significato intrinseco dell’opera potrebbe anche portare all’amore verso la poesia, rimandando al Petrarca, il quale scrisse dei sonetti su un disegno in punta metallica della sua amata Laura1. La malinconia che satura questo ritratto la si ritrova in gran parte dei dipinti del Pontormo.
Jacopo Carucci, conosciuto come il Pontormo, è stato un pittore italiano del tardo rinascimento. Fu un esponente della prima maniera , che preannunciò il successivo manierismo. Le sue opere presentano sempre bellezze originali e raffinate per eleganza e potenza di disegno, per delicatezza di tocco e di tonalità e per sensibilità e passione intima. Il Pontormo rimase sempre eccellente nei ritratti, pieni di intimità psicologica e di sensibilità nervosa, dei quali si conserva buon numero in collezioni pubbliche e private.